sabato 21 aprile 2012

Fallingwater


Architettura



L'architettura organica è quella "filosofia della costruzione" che intende sviluppare le sue opere come un organismo, senza schemi geometrici preordinati; secondo i suoi teorici e artefici, è l'architettura ideale per l'uomo, tagliata su misura per lui, nata intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo.
E' un tipo di concezione che rispecchia per certi versi le valenze individualistiche della società americana e Frank Lloyd Wright, durante il suo operato, si è posto come riferimento assoluto per tutto il movimento.





Casa sulla cascata capolavoro di Frank Lloyd Wright





'La scatola è completamente distrutta. Non esistono più pareti, ne schemi geometrici, ne simmetrie, ne consonanze, ne punti prospettici privilegiati, ne leggi che non siano quelle della libertà e del mutamento'. Bruno Zevi



Bear Run, Pennsylvania, 1935-1939

Tra il 1935 e il 1939 Wright realizza la Casa sulla Cascata a Bear Run, in Pennsylvania, normalmente considerata uno dei massimi capolavori dell’architettura del XX secolo. Edgar Kaufmann jr., allievo di Wright, aveva convinto il padre ad affidare al maestro l’incarico di costruire una residenza per le vacanze su un terreno boscoso di proprietà della famiglia, attraversato da un torrente che in un certo punto forma una piccola cascata. L’intenzione di Wright è quella di fondere l’edificio nell’insieme degli elementi naturali - l’acqua, le pietre, gli alberi - come se ne facesse integralmente parte. Da un nucleo centrale costituito da rocce emergenti, nelle quali è ricavato il camino che domina il soggiorno, escono a sbalzo le terrazze; il sistema strutturale dell’edificio è costituito dalle rocce che servono di appoggio per le travi, da elementi in ferro, da travi e pilastri in cemento armato e da muri in pietra locale; le diverse parti sono in reciproco equilibrio e garantiscono la stabilità dell’insieme, nonostante gli aggetti delle terrazze siano di misura considerevole, tanto da avere suscitato le perplessità di alcuni ingegneri durante la costruzione.

«Wright concepì l’edificio come una serie di vassoi orizzontali con bordi di irrigidimento; questi vassoi sono semplicemente distanziati, l’uno rispetto all’altro, da brevi massi di pietra. Dove si incontrano pietra e cemento, è quest’ultimo che è continuo. Attorno al camino Wright proiettò i suoi spazi: verso sud il soggiorno, a sbalzo sulla cascata; verso est l’ingresso; verso ovest la cucina; verso nord una stretta striscia per le scale e il pranzo; tutto ciò organizzato per mezzo di quattro pilastri bassi e massicci, che definiscono la campata centrale del soggiorno ... Sotto il livello principale c’è un piccolo ambiente per il riscaldamento e per il magazzino con il bagno di servizio ... Sopra, a nord, le stanze da letto con i bagni si raggruppavano in serie sempre più strette che vanno da est ad ovest, raccolte insieme appunto per controbilanciare l’aggetto

del soggiorno verso sud» (Edgar Kaufmann jr.).

Nella composizione dell’edificio prevale, come di consueto, la linea orizzontale, ma l’immagine complessiva non può prescindere dalla vegetazione e dagli altri elementi naturali, che Wright tratta alla stregua di «materiali» architettonici.

Valutando a posteriori, possiamo notare qualche analogia tra la composizione per piani e linee orizzontali della casa sulla cascata e la scomposizione neoplastica; del resto, si è già visto come gli architetti del movimento olandese De Stijl abbiano dovuto molto al lavoro svolto da Wright fino al 1910, e si può dunque dire che a metà degli anni ’30, ad oltre un decennio di distanza dall’esperienza delle avanguardie europee, Wright abbia voluto «commentare» i risultati di quella ricerca riaffermando il primato del proprio pensiero.

























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